Il poeta Rilke scriveva: “Nasciamo, per così dire, provvisoriamente, da qualche parte; soltanto a poco a poco andiamo componendo in noi il luogo della nostra origine, per nascervi dopo, e ogni giorno più definitivamente“.
Veniamo al mondo in un ambiente familiare, relazionale, e culturale, con dinamiche ed equilibri propri, mai perfetti, spesso compromessi da storie di traumi e sofferenze a loro volta ereditate. Fin dalla prima infanzia, la nostra vita è relazione. Vi è perciò in noi uno sforzo vitale e primordiale nel conquistarci affetto, accoglienza, integrazione, un ambiente sicuro in cui poter esistere e crescere. Siamo abitati da un’intelligenza interna e biologica che si muove verso la vita, e la protegge e la tutela ad ogni costo e in ogni evenienza. Grazie a questa intelligenza reattiva siamo riusciti ad adattarci al contesto, e a modulare i nostri bisogni fisici ed affettivi sul comportamento degli adulti attorno a noi, da cui dipendeva totalmente la nostra sopravvivenza. Questo grande processo di sforzo e adattamento, emotivamente così intenso da sostenere nell’infanzia, ha costruito la nostra personalità, sviluppando difese a questi condizionamenti, per proteggerci dalla paura e dal dolore.
Quel bimbo o bimba che siamo stati ha fatto del suo meglio per convivere con un ambiente più o meno accogliente, e in situazioni più o meno avverse. E se è riuscito a diventare grande, e ad essere ancora vivo in questo mondo, allora ciò che ha fatto lo ha fatto bene. Comunque sia andata, ce l’ha fatta, con l’istinto, i bisogni e le capacità che aveva a disposizione a quel tempo, in così tenera età.
Dentro ogni uomo e donna di oggi, dentro ognuno di noi c’è un bimbo o una bimba, che ci ha salvato la vita, e ci attende lì, per essere riaccolto e riconosciuto con rispetto, per comprendere e ringraziare la sua sensibilità, i suoi sforzi e sacrifici, senza colpevolizzarlo, senza giudicare o patologizzare. Oggi le sue difese hanno fatto il loro tempo. Siamo adulti, dotati di autonomia propria, liberi di scegliere ed agire. Le difese rimaste sono una memoria registrata, un programma salvavita ancora installato ma obsoleto. Riconnettersi al bimbo o alla bimba interiore che è dentro di noi è un passaggio fondamentale nel percorso di guarigione e benessere. Possiamo essere gli adulti che avremmo voluto accanto a lui o lei durante la sua infanzia; possiamo dare a quel bimbo o bimba nuova vita, possiamo farlo nascere ancora; possiamo farlo crescere incontrando i suoi bisogni e desideri. In breve, come ci preannunciava Rilke, possiamo salvarlo noi questa volta, e diventare finalmente noi stessi.